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1) Dizion. 5° Ed. .
OBIETTO, OBBIETTO e OGGETTO.
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OBIETTO, OBBIETTO e OGGETTO.
Definiz: Add. Che sta o è posto, dinanzi. Ma è voce di raro uso.
Dal lat. obiectus. ‒
Esempio: Albert. Piag. Boez. 142: Avvegnachè le oggette qualitadi di fuori aggravino gli strumenti de' sensi.
Esempio: Cavalc. Frutt. Ling. 242: Come ancora l'occhio e la cosa obbietta non basta a formare la virtù visiva senza la luce del sole mediante e operante; così ec.
Esempio: Bocc. Vit. Dant. M. 75: Li quali canti così provvedutamente distinguono le varietà del trattato opportune, come gli occhi distinguono i colori o la diversità delle cose obiette.
Esempio: E Bocc. Com. Dant. M. 2, 238: Come la virtù visiva si stende più avanti, e lontanasi dall'adombrazion dell'omore, tanto men mal vede, e con più sincerità riceve le forme obiette: così ec.
Esempio: But. Comm. Dant. 3, 363: Come li due occhi s'accordano insieme ne l'omo a chiudersi e ad aprirsi a la cosa obietta che li muove; così ec.
Esempio: Buonacc. Montem. Pros. Rim. 269: Quando l'esca del vostro inclito core Per l'obietta sua luce si riscalda, ec.